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L’epoca d’oro
Al primo “via” si allineano alcuni tra i più bei nomi della nobiltà e dello sport automobilistico del tempo: il conte Emilio Milio (italia), Carlo Gasparin (Fiat), il barone nisseno Giovanni Barile (Mercedes), il Marchese di Montemaggiore (Ceirano), Mario Zabban (Alfa Romeo),il barone Giulio Pucci (Fiat),
il comm. Costantino Trombetta (Fiat), Luigi Lopez (Itala), il cav. Martino Modò (Ceirano), Alfredo Pellegrino (Darraq), Giuseppe Piro (Nazzaro); e ancora un altro nisseno, il cav. Giuseppe Giordano (Fiat) e il Duca di Caccamo (Alfa Romeo). Ad inaugurare un albo d’oro nuovo di zecca è Luigi Lopez, su Itala, che conclude in 2h 59’ 39” a 55,641kmh di media.
Le vallate nissene conoscono, per la prima volta, colori e rumori di quei nuovi mostri della strada. Da allora la Coppa Nissena muta spesso volto. Per la seconda edizione, nel 1923, il tracciato è portato a 250km, con 3 giri, che diventano quattro l’anno seguente: seconda e terza Coppa Nissena sono appannaggio rispettivamente diSalvatore Curatolo (Ceirano) e
Giulio Pucci (Ansaldo): con loro finisce l’epoca d’oro della competizione, che per problemi organizzativi sparirà dal calendario sportivo per ben 25 anni.