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Gli anni cinquanta

Dalla quinta alla settima edizione la Coppa cambia ancora una volta fisionomia:

10 i km del tracciato, che si snoda da Borgo Petilia fino a raggiungere la sommità del monte San Giuliano, al santuario del Redentore, con un dislivello di 300 metri.

Il 7 ottobre 1951 vince ancora un Pucci, stavolta è Antonio, figlio di un barone Giulio, su Ferrari, che bisserà quattro anni dopo. A cavallo tra le edizioni vinte dal blastonato palermitano – che rimarrà un grande amico della coppa Nissena e dei suoi organizzatori –
Bordonaro bissa anch’egli e si aggiudica la sesta edizione, dove i piloti nisseni (Pagano, Pace, Baglio, Tornatore, Sciandra) salgono alla ribalta, o gelano gli spettatori, come Lo Pinto (che sarebbe divenuto presidente dell’Aci di Caltanissetta) che ha un pauroso incidente con la sua Lancia 2500, da cui esce miracolosamente illeso.Gli anni Cinquanta si chiudono con ancora un mutamento di percorso.
Il 14 settembre 1958, per l’edizione n.8, le partenze vengono date per la prima volta da Capodarso e il percorso è ridotto a 8 km, per la strada che sale fino a Caltanissetta, e che da allora diverrà il tracciato tradizionale della Coppa, poi “allungato”o “accorciato” a seconda di varie esigenze. L’ordine di arrivo vede l’agrigentino Tacci davanti al catanese Le Pira e al bravo Savre Panepinto. L’anno dopo tocca a Todaro trionfare sulla sua Ferrari, ancora una volta su Le Pira.